L’Assemblea annuale dell’Associazione Italiana Lions per il Diabete (AILD) che si è svolta a Perugia il 22 novembre scorso è stata l’occasione per fare il punto sullo stato attuale e sulle prospettive di sviluppo dell’associazione.
E’ questo un concetto che trova una sua piena conferma in una indagine recentissima, pubblicata sul numero di dicembre di Diabetes Care che analizza per la prima volta i costi causati, negli USA – ben 322 miliardi di dollari nel 2012 -, non solo dal diabete noto ma anche da quello non diagnosticato, dal diabete gestazionale e dal prediabete. Gli autori di questa indagine concludono affermando la necessità di “trovare nuove vie per ridurre il carico economico del prediabete e del diabete tramite la prevenzione e il trattamento”.
Questa analisi conferma a posteriori la validità dell’attività svolta fin qui dall’AILD la cui missione consiste, oltre che nel sostegno alla ricerca scientifica, anche e soprattutto nel promuovere la prevenzione del diabete e delle sue complicanze attraverso screening di massa mirate alla diagnosi di diabete e di prediabete e alla individuazione dei soggetti a rischio di sviluppare il diabete nel prossimo futuro.
Con lo screening della glicemia tramite la semplice puntura del polpastrello e l’impiego di strisce reattive è possibile riconoscere il diabete asintomatico ed iniziare precocemente la terapia con l’obiettivo di prevenire le complicanze a lungo termine. Estendendo l’indagine di screening anche alla diagnosi di prediabete e all’individuazione dei soggetti a rischio, è possibile prevenire la comparsa stessa del diabete attraverso l’educazione ad un corretto stile di vita sotto il profilo nutrizionale e motorio. Per questo fine, disponiamo di uno strumento molto efficace, il punteggio di rischio di diabete, il Finnish Diabetes Risk Score o Findrisk, accettato internazionalmente, che consiste nella rilevazione, insieme all’età, di alcuni semplici parametri antropometrici ed anamnestici. Questo modello di indagine è stato applicato in occasione della “Giornata Mondiale per il Diabete”, il 14 novembre scorso, con la collaborazione di vari Lions Club dell’Umbria come di altre Regioni, che hanno agito, il più delle volte, in sintonia con i servizi di diabetologia locali.
Ma la vera novità delle manifestazioni di screening ese- guite in questa occasione è stata l’adesione al progetto di Federfarma Umbria che ha consentito di coinvolgere in questo progetto tutte le farmacie della Regione. Gli screening eseguiti nelle farmacie, insieme a quello eseguito a cura dell’AILD a Perugia, in piazza, in un ambulatorio mobile della C.R.I., hanno consentito di contattare circa 3000 persone. A queste si devono aggiungere quelle provenienti da altre sedi in Umbria e da altre Regioni. Inoltre, grazie ancora al supporto di Federfarma Umbria, è stato possibile sviluppare un sistema gestionale infor- matico che consente di immettere direttamente i dati in un formulario elettronico, evitando l’uso della carta, e di averne una elaborazione immediata.
I dati raccolti ci confermano il carattere pervasivo del problema diabete. Su 2987 soggetti adulti esaminati, sono stati individuati ben 66 diabetici, in prevalenza anziani, pari al 2.23%, che non sapevano di esserlo. Inoltre, su 628 soggetti esaminati in condizioni di digiuno, ben 216 soggetti, pari al 36%, hanno mostrato glicemie comprese fra 100 e 125 mg/dL, riferibili quindi ad una condizione di prediabete e da rinviare quindi, tramite il medico curante, ad un controllo più accurato della glicemia mediante determinazione su plasma venoso.
Di particolare interesse anche i risultati dello screening per quanto concerne il rischio di sviluppare il diabete. Su 2440 soggetti esaminati che avevano compilato il modulo del rischio, ben 474, pari a circa il 20%, hanno presentato un rischio elevato (una probabilità su tre) e molto elevato (una probabilità su due) di sviluppare il diabete nel corso dei prossimi 10 anni.
Il nostro auspicio è che questa metodologia di screening di massa, grazie alla diffusione capillare sul territorio nazionale dei Lions Club, al sostegno offerto dall’AILD ed alla collaborazione di Federfarma, auspicabilmente estesa ad altre regioni, possa diffondersi onde aumentare, nella popolazione e nelle istituzioni sanitarie, la consapevolezza della importanza di questa patologia e quindi rendere possibili tutte quelle azioni di sensibilizzazione, informazione ed educazione di cui vari studi internazionali hanno dimostrate l’efficacia.
di: Paolo Brunetti