Una collaborazione tra Lions Club Brianza Laghi, Lions Club Merate e Lions Club Brianza Colli per sostenere la carriera di un giovane ricercatore e, allo stesso tempo, la lotta contro la leucemia pediatrica.
I soci dei tre gruppi si sono infatti riuniti nella serata di martedì a Viganò, al ristorante Pierino Penati, avendo come ospite il professor Ettore Biagi che, unitamente al direttore scientifico professor Andrea Biondi, coordina l’unita di terapia molecolare della fondazione Tettamanti Onlus, attiva all’interno dell’Ospedale San Gerardo di Monza. I Lions Clubs di zona si sono infatti impegnati a finanziare, grazie a una serie di iniziative che proporranno da qui ai prossimi mesi, una borsa di studio per un giovane biologo o biotecnologo, membro del team del professor Biagi, impegnato nello sviluppo di un’innovativa terapia genica contro la leucemia pediatrica.
“L’idea della serata, e del service relativo, nasce con l’obiettivo di portare avanti un progetto condiviso, per ‘cementare’ e consolidare i tre Club, per mantenere un’identità comune. Il tema di quest’anno, per tutti i Lions, sono i giovani e il loro futuro. Quindi abbiamo pensato di investire sulla ricerca, finanziando una borsa di studio che permetterà di proseguire un lavoro nel campo della salute del bambino. Ciascun Club porterà avanti la raccolta, che passerà anche attraverso iniziative comuni, come ad esempio il concerto in programma a Merate in primavera. L’ambizioso obiettivo che ci prefiggiamo è di raggiungere i 20 mila euro” ha spiegato il presidente di zona Lamberto Lietti. I presidenti Anna Brini (Merate), Lorenzo Cazzaniga (Brianza Colli) e Emilio Panzeri (Brianza Laghi) hanno a seguire rinnovato il proprio pieno appoggio all’iniziativa.
Il professor Biagi ha quindi spiegato come è nata la collaborazione con i Lions, grazie alla conoscenza della prof.ssa Brini del Club di Merate, chiarendo poi cosa si intende per terapia genica. “Siamo ad un punto di svolta, una ‘rivoluzione copernicana’ della medicina. Chi affronta i tumori leucemici vede nella terapia genica un’arma di cura: rendere le nostre cellule intelligenti a sufficienza da riconoscere e la cellula malata. Ogni giorno ci difendiamo da eventi oncogeni, ma a volte qualcosa va in tilt. Un gruppo di ricercatori di Philadelphia ha pensato di armare i linfociti unendo due diversi ‘pezzi’ del sistema immunitario. Il primo frammento riconosce la cellula leucemica rispetto al tessuto sano, mentre il secondo, se agganciato alla molecola radar, viene veicolato verso la cellula malata, rilasciando sostanze tossiche per la stessa, che muore. Non è fantascienza, anche se può sembrarlo” ha affermato Biagi, riportando il caso di Emma, la prima bambina affetta da leucemia curata con questa terapia, alla quale hanno fatto seguito centinaia di pazienti, con risultato positivo nel 60/70% dei casi.
Da queste premesse parte il lavoro di ricerca del gruppo del professor Biagi. “Siamo i primi in Italia in contesto accademico a cercare di creare un sistema più semplice e meno rischioso. Noi non usiamo il metodo del vettore virale (mentre in America si utilizza persino il virus HIV modificato), creiamo invece dei pori sulla membrana cellulare e grazie a particolari enzimi inseriamo all’interno molecole chiamate recettori chimerici o CARs, queste cellule si attivano agendo come dei radar e colpiscono le cellule leucemiche” ha dichiarato.
A questo punto si inserisce l’apporto dei Lions. “Entro fine 2016, vorremmo passare alla fase clinica. Dobbiamo nel frattempo accertarci che ciò che sta funzionando su piccola scala, sia riproducibile su larga scala. Abbiamo bisogno di creare un team forte, affiancando a persone esperte e qualificate giovani da crescere e coltivare, motivando a restare poi in Italia dopo la formazione. Attualmente ci sono 7 persone coinvolte nel progetto pre-clinico più altre 7 nella cella factory, ma l’idea è di allargarci” ha infatti concluso Biagi.
fonte e foto : http://www.casateonline.it/