Se ringiovanire fisicamente non è possibile, si può tornare indietro negli anni attraverso i ricordi. È lo straordinario effetto sortito dallo spettacolo, organizzato dal Lions Club di Caltanissetta nell’ambito del service distrettuale “Tutela del patrimonio culturale e dell’identità territoriale”, nel centenario della morte di Giuseppe Pitrè, scrittore, letterato e antropologo palermitano che fu il più importante raccoglitore e studioso di tradizioni popolari siciliane. Artefice principale, la nostra concittadina Anna Mosca consorte di un socio del Club, poetessa e scrittrice, che ancora una volta esce fuori dal coro per regalare ai nisseni qualcosa da ricordare.
“Giochi, motti e filastrocche di una volta” è il titolo della conferenza (meglio sarebbe definirla una festa) che Anna Mosca, martedì 24 maggio, ha tenuto al Centro Culturale Polivalente Michele Abbate. A dare il la all’incontro, l’assessore comunale alla Creatività e Cultura Marina Castiglione che, come sempre, parlando di tradizioni, dialetti, usi e costumi ha dimostrato di non essere seconda a nessuno dando una prova inconfutabile della sua preparazione.
Sì, il titolo si conosceva già ma nessuno poteva immaginare che l’incontro ci avrebbe riportati indietro di un numero incredibile di anni. Sentir parlare di quei giochi che hanno accompagnato l’adolescenza di molti di noi, è stata un’emozione non da poco: chi non ricorda la “briccica” o la “strummula” o la “fussetta”, tanto per citarne qualcuno. Il verbo “ricordare” – ha spiegato Anna Mosca che con l’etimologia delle parole ha un rapporto molto stretto – deriva dal latino recordare formato dal prefisso “re” che indica la ripetizione di un’azione e “cor, cordis” che è il cuore che, per i romani, era la sede della memoria. Quindi significa “trattenere nel cuore”.
Come si potrebbero dimenticare questi giochi, i compagni con i quali li dividevamo, il quartiere, le vie e i negozianti della zona? E come – sia concessa la digressione – potrebbe mai chi scrive dimenticare “u zi Nicola” che a S.Lucia vendeva “caccami”, che con un pezzo di canna simile a una cerbottana (doveva essere stritta e longa) venivano lanciati, di nascosto, in testa ai passanti?
Particolare attenzione Anna Mosca ha dedicato alle strummule di cui ha rivelato i materiali con cui venivano costruite, le peculiarità più salienti ed elencato le regole del gioco. Ma lo ha fatto con la passione e il trasporto di un ragazzino che non vede l’ora di ritornare a giocarci. E così, la brava scrittrice che, per occuparsi anche di questi argomenti, ha sicuramente il senso dello humor davvero molto spiccato, ha continuato a parlare di alcuni giochi, maschili e femminili, che hanno scritto una bella pagina di storia, frutto di ricerche di tanti anni fa, svolte sul territorio di Caltanissetta seguendo il metodo del Pitrè, confluite poi nei suoi due libri “Giochi e filastrocche di una volta nella tradizione siciliana ” e “Parlari ammatula”.
Quella che era nata come una conferenza è diventata, quindi, una piacevolissima serata di intrattenimento che, quattro sempreverdiragazze e un irriducibile giovanotto hanno trasformato in uno spettacolo tutto da seguire. Le coriste Alessandra Dibartolo, Gisella Maira, Antonella Mannino, Daniela Scarantino, affermate professioniste, cantanti per passione e tutte consorti di soci Lions, e il chitarrista Giuseppe Morreale hanno dato vita a un gustoso amarcord di filastrocche antiche siciliane cantate con tanta incredibile bravura.
E, come se non bastasse, ad arricchire la serata è arrivata, nella seconda uscita del Coro, Liliana Aiera, giovane soprano che studia al Conservatorio Bellini di Caltanissetta e che con la sua bellissima voce ha smentito quanti hanno, per un momento, pensato che un soprano potesse essere fuori posto in mezzo alle filastrocche popolari. Molto bello il suo inserimento e applauditissimo l’assolo sapientemente accompagnato dal Coro e valorizzato da Mario Lombardo, anch’egli socio Lions, che ha curato l’amplificazione con risultati inattaccabili.
Sempre sulla breccia Emanuele Limuti, socio Lions di lungo corso, che con la gestualità tipica dell’attore consumato, ma anche del penalista di successo, si è esibito in una applaudita filastrocca infantile antica.
di Pasquale Trobia per RCL1 News