Ciao, Cola dell’Amatrice… torna presto
Il monumento è stato portato a Roma per essere restaurato, sul basamento si interverrà in loco
A prendersi cura della statua in bronzo saranno il Lions club Amatrice velina Gens che da anni si dedicano al territorio
Vederti andar via, senza testa, legato su un camioncino, è un dolore che non si può spiegare facilmente con le parole. Ma ti guardo con un sorriso, mentre svolti l’angolo e prendi la via della Capitale. Perché so che tornerai presto, con la tua testa sul collo, bello più di prima. Mentre ti allontani da Amatrice, per la prima volta da quel 1915 in cui fosti messo su quel basamento, vorrei parlarti, dirti alcune cose che non ti ho detto mai… chissà perché… forse perché ti avevo dato per scontato, come del resto tutto ciò che adesso non ho più. Come i miei familiari e gli amici che quel maledetto 24 agosto ha portato via con sé, come le mie belle Chiese e le mie belle strade, che ora sono mucchi di macerie. Ti avevo dato per scontato, perché tu sei sempre stato lì, parte di noi, parte di me, della mia famiglia, di ciascuno di noi. E invece quel 24 agosto mi ha insegnato che è sbagliato dare per scontate le cose che hai ogni giorno sotto gli occhi e tra le mani. Cose preziose, troppo spesso considerate meno di quanto si dovrebbe. Come te, che per sette mesi sei stato in terra, decapitato, e che oggi te ne vai, prendi la via di Roma perché qualcuno ha deciso di prendersi cura di te. Poi ti riporterà a casa, dalla tua gente, che ti aspetta e per la quale non sarai più “scontato”, mai più.
Sono venuta spesso a trovarti, sai? Chissà perché avevo bisogno di vederti, anche se eri lì in terra, inerme. Mi piaceva chiudere gli occhi perché bastava questo per rivederti in piedi, sul tuo basamento, con la torre di Sant’Agostino dietro, a farti da cornice. Basta chiudere gli occhi, a volte, sai? Mi succede spesso… e rivedo Amatrice mia come era, e come sarà di nuovo, con te a vegliare su di lei, come hai sempre fatto.
Caro Cola dell’Amatrice, ricordo la tua figura stagliarsi contro il cielo in ogni momento della mia vita. Da bambina ti guardavo quando giocavo ai giardini pubblici. Da ragazza, mentre studiavo sotto gli alberi, su quella panchina di pietra. Da mamma, quando portavo i miei figli a passeggiare proprio lì, vicino alla fontana di Sant’Agostino: generazione dopo generazione, quanti di noi si sono abbeverati a quella fontana e hanno alzato lo sguardo verso di te… e pensi davvero che in questi mesi in cui sei rimasto lì, da solo, avrei potuto non venire da te? Adesso mi mancherai… so che tornerai “guarito”, integro e bello come e più di prima, ma mi mancherai. Le settimane che mancano a quando tornerai mi sembrano già lunghissime, e non vedo l’ora di rivederti. Sei il simbolo di questa Città da sempre, sarai il simbolo della sua rinascita. Ciao, Filotesio, Cola dell’Amatrice, orgoglioso figlio di questa terra che non ti può dimenticare.
Emma Moriconi
da il giornale d’Italia