Alla scuola media “Giovanni Pascoli” di Fasano si è tenuto il 21 aprile 2017 un incontro con gli studenti sul tema dei rischi della rete organizzato dal Lion club Fasano Host.
“Ringrazio la dirigenza scolastica per questa collaborazione che ci permette di trattare un tema a cui siamo particolarmente attenti e verso il quale dobbiamo prestare tutti una attenzione costante e condivisa. Ogni giorno gli organi di stampa riportano notizie drammatiche di violenze “virtuali” nei confronti di ragazzi umiliati per le proprie fragilità. Credo sinceramente che dobbiamo aiutare gli utenti delle nuove piazze, quelle non fisiche, a comprendere e a comprendersi, perché non dobbiamo pensare ci sia una vittima e un carnefice, ma solo persone deboli che non riescono ad affermare se stessi ed uscire dall’omologazione.”
Con queste parole, la Presidente del Lions club Fasano Host, Lucrezia Bini, ha introdotto l’intervento del prof. Antonio La Scala, presidente dell’associazione Gens Nova e dell’associazione Penelope, docente universitario di Diritto Penale presso la LUM “Jean Monnet”, protagonista di un incontro con gli studenti della scuola media “G. Pascoli”, sul tema del cyberbullismo e dei rischi di adescamento online.
L’associazione Penelope si occupa da anni dei minori scomparsi e si avvale del contributo di molti soci impegnati nelle forse dell’ordine e nella professione forense.
“Ci occupiamo di bullismo e cyberbullismo perché per anni sono stati sottovalutati. Ho sempre contrastato il termine cyberbullismo perché si tratta semplicemente di reati e crimini. Ho visto ragazzi morire di bullismo, bambini disabili, gravemente lesi nel corpo. Usiamo le parole esatte, lesioni personali, minaccia, violenza privata, percosse, ovvero reati perseguiti dal nostro codice penale”.
Chiediamo al prof. La Scala se la giurisprudenza in materia stia modificando la norma relativamente a questo tipo di reati contro la persona perpetrato attraverso i nuovi mezzi di comunicazione. “E’ in discussione in Parlamento una legge contro il bullismo che mi auguro non venga approvata, perché inutile a risolvere il problema. I reati di specie esistono dal 1930 e sono perfettamente definiti nel codice penale e andrebbero solo perseguiti. Una modifica introdotta di recente ha riguardato lo stalking ma ritengo che dobbiamo solo applicare le pene previste, garantire la certezza della pena perché sono certo che sia l’unico modo per contrastare il fenomeno”.
Nel corso dell’incontro con gli studenti sono stati mostrati alcuni video utili ad evidenziare l’entità del problema con l’obiettivo di focalizzare l’attenzione sulla necessità di denunciare e di assumere già dalla età pre-adolescenziale comportamenti corretti e responsabili in merito alla condivisione di immagini e di messaggi lesivi della dignità personale.
I ragazzi, studenti di IIa e IIIa media, hanno seguito con particolare attenzione l’intervento su un tema vicino alle loro esperienze quotidiane di confronto e di scambio.