di Concita De Simone
“Io chiedo di portare un fiore o una pianta sul monumento dedicato alle nostre vittime. Venite a lasciarci un pensiero per i nostri Figli, Padri, Madri e Familiari che non ci sono più. Restateci vicino, noi ora abbiamo bisogno del vostro affetto”.
L’appello arrivato da Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, è stato accolto in pieno e con entusiasmo dalle centinaia di Lions che domenica 9 aprile sono convogliati nella cittadina del reatino distrutta dal terremoto dello scorso 24 agosto. Una grande generosità che non si è espressa solo in contributi economici, ma anche – e soprattutto – con una massiccia presenza fisica, come chiesto dal sindaco, sfidando remore e paure. A sottolinearlo è Enzo Pagani, del Lions Club di Ciampino, ideatore, organizzatore e anima di questo Lions day e coordinatore dei Lions day per il centenario di tutto il suo Distretto.“Questo terremoto ci ha toccato molto da vicino e mi è sembrato giusto proporre di celebrare ad Amatrice il nostro evento per portare personalmente il nostro contributo alla ricostruzione – dichiara Pagani, che si è speso senza tregua per la riuscita della manifestazione -. Tutti i club del mondo hanno raccolto fondi e noi ci siamo fatti strumenti non solo per coordinare gli aiuti, ma anche per portare un messaggio di amicizia e vicinanza alla popolazione di Amatrice”.
E il messaggio è arrivato forte e chiaro, grazie a uno dei Lions day più partecipati di sempre, segno della volontà di toccare con mano le ferite del terremoto e impegnarsi per lenirle.
A dispetto delle incerte previsioni meteo, un sole caldo e luminoso ha accolto i lions del Distretto 108 L arrivati da varie zone del Lazio – Roma e provincia in prevalenza -, Umbria e Sardegna. Con loro il Governatore del Distretto Eugenio Ficorilli.
E così, via via, fin dalle prime ore della mattina, Amatrice comincia a tingersi di giallo, il colore sociale dei Lions. Chi indossa il gilet, chi un cappellino, chi il foulard: piccoli sprazzi di colore sovrastano il grigio delle macerie, rendendo meno tristi le strade impolverate.
Dopo la deposizione di una corona al monumento delle vittime del terremoto e la benedizione delle palme, con la processione, ci si ritrova alla chiesetta prefabbricata per assistere alla Santa Messa. “Il dito della mano di Dio sta scrivendo pagine meravigliose”, dice con tono gioioso il celebrante ringraziando i tanti benefattori.
Al termine della Messa, la marcia verso la zona delle scuole nuove, resa solenne da un gruppo di percussionisti in costume medievale che accompagna il passo. Il corteo passa davanti alla zona dove stanno costruendo le casette di legno destinate alle vittime dei crolli. Il sole è già alto e colpiscono i giovani militari che lavorano senza sosta. Parte un applauso, che idealmente va a tutti i volontari impegnati nella ricostruzione.
Arrivati nel piazzale della scuola nuova, costruita con il legno donato dalla Regione Trentino, il colpo d’occhio va alla quantità di tavoli e posti a sedere allestiti dai volontari che lascia subito intuire che sarà una grande festa del lionismo. Circa 700 pasti serviti, diranno in seguito gli organizzatori.
L’atmosfera si fa più ufficiale quando prende la parola il Governatore per accogliere i suoi soci. Brividi quando un giovane con la felpa con scritto Amatrice suona alla tromba il Silenzio fuori ordinanza, e commozione per il lancio di 299 palloncini bianchi in ricordo delle vittime del terremoto.
Poi il via alle musiche, animate dal gruppo Archetipo Ensamble con la splendida voce solista di Maria Ausilia D’Antona, alle esibizioni di danze popolari del Cerchio dell’Amicizia di Roma e al pranzo a cura della brigata dello storico Hotel Ristorante “Roma”, dove la notte del 24 agosto sono morte 6 persone.
Di quell’hotel oggi, rimangono solo macerie, ma l’esperienza della cucina è stata trasferita sul campo, letteralmente, e in tavola arrivano rigatoni alla gricia e bucatini all’amatriciana, serviie in piatti di porcellana scampati alla furia devastatrice del terremoto, oltre alle salsicce cotte alla brace con l’aiuto di alcuni volenterosi lions.
L’attesa tra una portata e l’altra è l’occasione per proseguire con il programma istituzionale, ma non c’è niente di ingessato o di preconfenzionato nei vari interventi. Solo tanta, sincera e spontanea emozione per una giornata così simbolica e carica di significato.
Come nel momento dedicato al ricordo del presidente del LC Ciampino Nicolò Piazza, vittima del terremoto, con la consegna del Melvin Jones, l’onorificenza che prende il nome dal fondatore del Lions Clubs International, alla vedova rimasta ferita, che arriva sostenuta dalle stampelle e si commuove per la grande manifestazione d’affetto.
Si guarda al futuro invece, con la consegna delle uova di Pasqua ai circa 200 alunni delle scuole di Amatrice, la premiazione dei primi classificati del concorso grafico dedicato ai più piccini cui era stato chiesto di disegnare dei leoni, la presentazione dei due liceali prescelti per una borsa di studio di un mese negli USA.
A mano a mano si succedono al microfono i vari responsabili dei services che caratterizzano l’impegno solidale dei Lions, tra i quali la consegna al rappresentante della Pro loco di Amatrice da parte del Presidente Alberto Gerli del Lions Club “Rieti Varrone”, con il contributo del Club gemellato di Roissy Pays de France, della dotazione di pentolame e tavoli per allestire l’annuale Festa dell’Amatriciana, che quest’anno sarà ancor più speciale.
Dai cani guida per non vedenti, ai progetti per la pace nelle scuole, dai corsi di primo soccorso (progetto Viva Sofia!), agli scambi giovanili, notevole è il campo d’azione dei Lions, testimoni credibili di una solidarietà contagiosa, che sanno riconoscere le necessità e si adoperano a vantaggio dei bisognosi in un’ottica di sussidiarietà pienamente agita.
E questa giornata ha voluto celebrare proprio la forza di un impegno con i piedi ben saldi nella storia centenaria e lo sguardo proiettato al futuro verso nuove sfide e “nuove vette da scalare” come recitava lo slogan del Lions day.