di Sandro Castellana*
Fra le tante decisioni prese dal Consiglio di Amministrazione di LCI (Board) nella riunione di aprile, a Miami in Florida voglio commentarne una con voi: “Approvate richieste di riorganizzazione di Distretti e Multidistretti fra cui MD105”
Nel mondo, ogni anno, Multidistretti e Distretti chiedono di modificare il proprio assetto: per motivi organizzativi, dovuti a crescita o decrescita del numero dei soci, per ottimizzare costi e spostamenti, per ridurre le difficoltà dovute a differenze storiche e culturali, o viceversa creare maggiore unità fra territori vicini.
Nella nostra Europa negli anni passati la Svezia ha riorganizzato i Distretti, riducendone il numero, ed il Regno Unito ha attuato un percorso che si concluderà quest’anno con la Convention di Las Vegas: l’Irlanda si è staccata dal Multidistretto inglese costituendo un Distretto indipendente (Distretto 133 Irlanda), ed il Multidistretto 105 ha attuato una riorganizzazione della quale si parlava da molti anni.
Quasi l’80% dei Distretti UK è in stato “transizionale”, ovvero con meno di 35 club o meno di 1.250 soci, non in condizione di esprimere candidature per officer internazionali; ed inoltre dimensioni molto piccole dei Distretti producono costi più elevati e difficoltà ad individuare nuovi leader.
Il progetto di riorganizzazione è iniziato con la definizione degli obiettivi. Sappiamo che gli obiettivi, per essere efficaci, devono avere caratteristiche SMART (Specifico, Misurabile, Attuabile, Realistico, definito nel Tempo). Gli obiettivi identificati nel 2015 dal MD105 erano:
- non avere più distretti in stato “transizionale”;
- avere Distretti abbastanza omogenei sufficientemente al di sopra dei 1.250 soci, in modo da poter sopportare eventuali fluttuazioni nel numero dei soci, passando da 12 a 7 o 8 Distretti.
- ridurre i costi diminuendo il numero di Congressi, riunioni di Gabinetto, spostamenti all’interno dei Distretti e costi di viaggio di DG e DGE per la Convention Internazionale, con un risparmio complessivo di circa £25.000.
- mantenere l’unità delle zone, in modo che i Club che hanno sempre lavorato assieme continuino a farlo.
L’analisi è partita da una mappatura della distribuzione dei club; il piano di riorganizzazione è stato definito in dettaglio, quantificando risparmi e costi, identificando sfide ed opportunità, ed è stato poi discusso in tutti i Distretti, modificato ove necessario, approvato dai singoli Distretti e poi dal Multidistretto, per arrivare infine alla approvazione del Board.
Anche da noi periodicamente si parla di riorganizzazione. Se dovesse riaprirsi il dibattito sul tema, come si fa per ogni progetto di Service, bisognerà, partendo dal lavoro già fatto in passato, individuare con chiarezza degli obiettivi che abbiano caratteristiche SMART, definire i criteri da utilizzare, aprire un dibattito fino ad una piena condivisione; solo allora si potrebbe pensare ad una “roadmap” per la realizzazione del progetto.
*Direttore Internazionale 2017-2019