di Sandro Castellana*
Che novità è mai questa? Il “passaporto” che alcuni partecipanti alla Convention di Las Vegas hanno avuto tra le mani sembrava un gioco, ma in realtà nascondeva un approccio semplice ed istintivo al modo migliore per “vivere e fare il Service”.
Il “viaggio” è composto di quattro fasi: Apprendimento, Scoperta, Azione, Celebrazione. Se ci pensiamo bene molti dei viaggi o progetti che noi affrontiamo nella nostra vita seguono questo schema.
La scelta della meta delle proprie vacanze estive, la scoperta dei diversi modi per raggiungere la destinazione e per alloggiare confortevolmente, l’acquisto di libri per conoscere meglio il posto dove andare, la partenza, l’avventura e lo stupore suscitato dal nuovo paese che visitiamo e dalle persone che conosciamo, ed infine i racconti agli amici e conoscenti delle meraviglie del nostro viaggio; il viaggio è tutto questo.
Ma anche nella scelta di un corso di studi siamo portati a seguire un simile schema: la valutazione di quello più affine alle proprie capacità, attitudini, aspirazioni e possibilità, l’iscrizione, la ricerca e l’acquisto dei libri, la frequenza dei corsi, e poi la soddisfazione per il risultato raggiunto ed il racconto agli amici della nostra esperienza e delle nostre aspettative future.
Il “Viaggio nel Service” è questo: la conoscenza degli obiettivi umanitari globali che l’Associazione ha individuato come prioritari, e, contemporaneamente, delle necessità locali delle nostre comunità; la scoperta e l’approfondimento delle sfide, delle risorse, delle innovazioni possibili e dei punti di forza del nostro club; la pianificazione, organizzazione e realizzazione del service da parte dei soci del club; la verifica dei risultati raggiunti, la condivisione di questi risultati con i soci, con la comunità, con gli altri club e con l’Associazione: un percorso che ci porta a vivere pienamente l’esperienza del Service.
Il “passaporto” permetteva a ciascuno di sperimentare questo percorso, di focalizzare la differenza fra le diverse fasi e di comprendere che tutte sono necessarie ed ugualmente importanti perché il viaggio (l’attività di Service) sia efficace e di propria soddisfazione. Il fatto nuovo è che adesso si vuole far si che ogni socio sia consapevole di questo percorso, che ciascuno viva l’esperienza del service come un arricchimento personale oltre che come un contributo significativo alla comunità, al club ed alla Associazione.
Così come ogni viaggio rappresenta una nuova esperienza, una opportunità di crescita personale ed una proiezione verso il futuro, così il Viaggio nel Service può farci vivere l’esperienza del service in modo diverso.
*Direttore Internazionale 2017-2019