di Pasquale Trobia per RCL1 e Donatello Polizzi per Il Fatto Nisseno
I Club service Lions e Rotary, per iniziativa del Lions Club di Caltanissetta presieduto dal Dr. Marco Maira, si sono ritrovati insieme per parlare di uno dei fenomeni più inquietanti della Società moderna: il bullismo.
L’incontro, tenutosi nella storica e prestigiosa sala convegni della Banca del Nisseno venerdì 4 novembre scorso ha visto, quali relatori d’eccezione, il Presidente del Tribunale per i minorenni Antonino Porracciolo, il Procuratore Capo presso lo stesso Tribunale Laura Vaccaro e la neuropsichiatra infantile Bianca Messina, socia Lions.
Il bullismo: Lions e Rotary lo affrontano insieme
I tre relatori, che hanno analizzato il problema dal punto di vista giuridico e dal punto di vista psicologico, sono riusciti a fare riflettere quanti, tra il pubblico, non pensavano che il fenomeno avesse assunto le attuali dimensioni e la connotazione di piaga sociale.
“Parliamo di bullismo – ha esordito il Presidente Porracciolo in apertura dei lavori – perché solo parlandone si può sperare che un giorno non se ne parli più”. “Percepiamo tutti cos’è il bullismo, però, se ne parla quando le cose sono già avvenute, quando leggiamo o sentiamo che un ragazzo si è suicidato o ha tentato di suicidarsi. Quindi, ben vengano incontri come questo in cui se ne parla nella speranza che la coscienza collettiva ne prenda atto e ciascuno faccia la propria parte”.
Ha poi continuato con una dissertazione sulle cause che portano al bullismo, che riguarda atti di violenza tra pari, quindi ragazzo contro ragazzo e in un contesto di gruppo. Violenza che può essere di tipo fisico o di tipo verbale, può essere indiretta, può essere psicologica, può essere tra maschi, tra femmine, ma deve essere duratura nel tempo e deve essere finalizzata a causare un male.
Illuminante è stato anche l’intervento del Procuratore capo presso il Tribunale dei Minorenni Laura Vaccaro: “Si prova una vergogna tremenda a essere vittima di bullismo perché, a un certo punto, si comincia a pensare che ci sarà un motivo perché si è stati presi di mira”.
Poi, indirizzando le sue parole a insegnanti e genitori, ha detto: “avete tutto sotto i vostri occhi, occorre solo la voglia di guardare, di vedere davvero. I bulli sono molto abili a manipolare le situazioni e a far credere che quell’episodio sia stato solo un gioco. Il bullismo, però, non è un gioco ma un comportamento capace di lasciare profonde ferite. In ogni storia di bullismo – questa una frase da tenere bene a mente – non c’è mai un vincitore e nemmeno un vinto, c’è un soggetto debole che se la prende con uno ancora più debole”.
Infine, la dr.ssa Bianca Messina, Lions e neuropsichiatra infantile, ha voluto sottolineare il fatto che la caratteristica principale della vittima è la solitudine. “La vittima – ha detto – è una persona molto fragile. Non è una persona capace di alzarsi la mattina e dire “ora basta”. Ha continuato poi a trattare l’argomento dal punto di vista psicologico sia del bullo che della vittima, ponendo l’accento sulla necessità di dialogo tra adulti e giovani perché i mezzi coercitivi non hanno mai dato risultati.
Interventi, quelli dei tre relatori, alimentati dalle numerose domande rivolte dai Presidenti dei Club Lions e Rotary di Caltanissetta, rispettivamente Marco Maira e Salvatore Lachina, e da alcuni presenti all’evento che hanno inteso essere una testimonianza della sensibilità verso un fenomeno in crescita e che soltanto con il coraggio dei giovani e l’aiuto degli adulti, sarà possibile quantomeno ridimensionare.
Un calcio al bullismo: triangolare all’Istituto Penale Minorile
Un calcio al bullismo, un calcio alla discriminazione, un calcio ad un pallone. Sabato 12 novembre, nell’ambito dello stesso service, si è svolto all’Istituto Penale Minorile di Caltanissetta un triangolare di calcio “No al Bullismo, scendiamo in campo per l’integrazione” tra il Lions Club di Caltanissetta, il Rotary Club ed i ragazzi dell’Istituto. Una giornata diversa che nonostante il grigiore mattutino del cielo ha regalato colori ricchi di emozioni; un pezzo di vita diverso, dentro un luogo che “iberna” la libertà, in cui i ragazzi scontano il prezzo dei loro errori.
Il “frizzante” ed eclettico Enzo Indorato, responsabile degli educatori dell’I.P.M. ha accolto le squadre dei due Club cittadini; i ragazzi sono già in pantaloncini e con il pallone tra i piedi, sperando che il meteo non peggiori. Maria Grazia Carneglia, l’infaticabile direttore dell’I.P.M. è un moto perpetuo, una persona che trasforma il lavoro in “amorevole ossessione” come tutti quelli che lavorano in questo istituto, dove spesso l’occupazione professionale diventa una passione senza orario.
Sembra quasi una normale giornata di sport, ma le altissime inferriate ricordano ‘pesantemente’ dove ci troviamo. Un pallone, due porte e tanto sudore: non mancano “le primavere” ed i capelli bianchi in alcuni dei “ragazzi vintage” di Lions e Rotary, ma non si tirano indietro. Ogni tanto ci scappa qualche calcio; basta una stretta di mano per ricomporre la situazione. In fondo i ragazzi dell’I.P.M. hanno bisogno di normalità: un fallo di gioco, è una metafora di normalità. Marco Maira, presidente del Lions Club di Caltanissetta, e Salvatore La China, presidente del Rotary Club, entrambi in pantaloncini, protagonisti sul rettangolo di gioco con l’impegno e fuori con la sensibilità mostrata verso i ragazzi, ci raccontano di questa iniziativa comune, volta a favorire il reinserimento sociale attraverso i valori dello sport che rappresenta un valido momento di confronto tra giovani coetanei di culture e di provenienze diversa. Il clima è reso ancor più festosamente “normale” dalla presenza delle mogli e dei figli dei soci dei club service: merito a chi “dona” tempo a queste cause ed in questi contesti. Ormai il sole splende anche sotto il profilo meteo: è una bella giornata. Per alcune ore abbiamo preso a calci le distanze, le differenze: forse un calcio ad una palla è un passo verso la normalità anche se soltanto momentanea. In chiusura una curiosità: la squadra del Lions Club si è aggiudicata il torneo.