Intervista a Massimiliano Piombo, campione di tiro con l’arco per non vedenti
di Mario Mariotti
In casa di Massimiliano Piombo, 47 anni, campione italiano e mondiale di tiro con l’arco per non vedenti che vive a Castenaso e lavora a Bologna, è arrivato Fred, un labrador miele, un cane guida formato a Limbiate dove i Lions hanno creato un vero e proprio centro di addestramento.
Il primo atto – racconta Massimiliano – è il colloquio con uno psicologo che gestisce la relazione fra animali e persone, valuta l’aspetto psicologico della persona e lo correla il più possibile a quello che può essere il cane più adeguato alle sue caratteristiche sia caratteriali che lavorative. Successivamente si viene chiamati a Limbiate per un primo momento di conoscenza del cane, che deve passare piano piano dall’addestratore, con cui ha vissuto i mesi precedenti, al nuovo padrone. Il passo successivo è cominciare ad uscire, avendo così un approccio di guida, prima all’interno del campo ostacoli che c’è a Limbiate, e poi direttamente in città. A quel punto si decide con l’addestratore, se fare, come ho visto essere più efficace, la consegna in loco. Io mi batto per questa soluzione perché obiettivamente valgono di più due giorni in loco, inteso come casa della persona che non ci vede, che una settimana al Centro. È vero che il cane viene addestrato perfettamente in campo guida, ma se la consegna viene fatta direttamente, anche per meno giorni, si riesce ad essere realmente sul pezzo, su quelli che sono i percorsi abituali della persona, ma su questi aspetti c’è un discussione aperta.
Dunque è fondamentale che si instauri un forte legame, un’amicizia profonda che porti entrambi a fidarsi l’uno dell’altro.
Il cane deve imparare a relazionarsi in pochi giorni – puntualizza Massimiliano – ma non è semplice perché ti viene affidato senza sapere nulla di te e deve capire velocemente che sei tu il suo nuovo padrone e lo deve apprendere lavorando. È un percorso difficile e stressante e sono molto bravi gli addestratori a Limbiate. All’inizio occorre – come ho già sottolineato – imparare a fidarsi. Non vedendo siamo abituati a muoverci con un bastone che ti regala sicurezza e da quello devi passare alla tua nuova guida. Se sto camminando, con il bastone ho la certezza di trovare un gradino, con il cane mi devo fidare della sua sensibilità, quindi è una sorta di scambio inizialmente non semplicissimo. Per questo dico in loco, perché il cane apprende come cammini, come ti muovi e soprattutto i tuoi percorsi, così che ogni giorno ognuno conosce di più dell’altro e il giorno dopo ci si fida sempre di più, così che per raggiungere i luoghi della quotidianità non avrai bisogno dell’addestratore.
Insomma il cane ti cambia davvero la vita.
Io ho tre approcci, quello di compagnia, quello sensoriale perché ti aiuta nei percorsi e quello sociale perché ti apre ad una comunicazione che diversamente non avresti. Se dovessi sintetizzare con una sola parola cosa ti regala il cane, è una profonda serenità.
Che tipo di rapporto avete con la gente, con i negozianti? Nessuno ha da ridire se entrate in un negozio.
Negli anni la sensibilità rispetto ai cani guida è molto cambiata – dice – ne ho già avuto uno per tredici anni e nel tempo ci sono sempre meno problemi. D’altra parte il labrador è normalmente ben accettato. Pensate che io lavoro in ospedale e Fred viene con me. Una volta c’erano più pastori tedeschi, il cane per eccellenza, però il labrador viene socialmente più visto come un cane non potenzialmente aggressivo. I pastori tedeschi sono ottimi cani guida, ma certamente più complessi per il loro senso del territorio, soprattutto se uno ha famiglia.
E l’arco ?
Lo uso ancora per passione, ma non faccio più gare, Oggi mi diverto ancora a tirare, ma niente agonismo, inoltre gioco a tennis, una nuova disciplina in cui si usa una pallina sonora e l’anno scorso ho vinto un campionato italiano.